I have a dream: La vendemmia come esperienza di vita, contro lo stress quotidiano, per acquisire maggiore consapevolezza del significato di produrre vino
Sabato, già dalle prime ore del mattino, parte l’avventura Vendemmia. Gli autogrill delle autostrade vengono presi d’assalto dal popolo del weekend. Da tutti coloro che aspettano il fine settimana per dedicare un po’ di tempo alle proprie passioni, ai propri sogni, ma soprattutto a se stessi.
Una parentesi alla routine quotidiana, un modo di evadere per scoprire nuovi orizzonti. Sapori, profumi e scorci di vita agreste, i quali ci affascinano in modo particolare, ma che spesso non riusciamo a vivere in prima persona, ma solo da spettatori.
Quale situazione migliore per coloro che amano il vino che cimentarsi nella “rinomata” vendemmia?
E’ ciò che ho organizzato. Venti persone, amanti del vino pronte a investire passione e risorse. Vogliose di vivere in prima persona esperienze tante volte ascoltate. Stanchi di essere spettatori “forever”, finalmente protagonisti del loro sogno.
Di prima mattina partenza dalla città in direzione Valdobbiadene (http://www.valdobbiadene.com/), il cuore del Prosecco. Lì ci attendeva, anche se per poche ore un’esperienza fondamentale per alimentare la nostra conoscenza del vino e di tutto ciò che è legato ad esso.
La vendemmia, ormai raccolto il prosecco ci siamo dirottati sul cabernet
Questa breve esperienza ha evidenziato che una dimensione di lavoro diversa alla quale siamo abituati ci stimola nuove energie. Lavorare all’aria aperta, in una situazione di allegria, lontano dalle tensioni dell’ufficio e dai superiori, ha fatto scoprire aspetti sconosciuti del lavoro e della fatica fino a quel momento impensabili. Il contatto con la natura, l’assenza di rumore, l’assenza di competizione e di ruoli ha piacevolmente colpito tutti i presenti.
[ngg_images source=”galleries” container_ids=”18″ exclusions=”163″ display_type=”photocrati-nextgen_basic_thumbnails” override_thumbnail_settings=”0″ thumbnail_width=”240″ thumbnail_height=”160″ thumbnail_crop=”0″ images_per_page=”20″ number_of_columns=”6″ ajax_pagination=”0″ show_all_in_lightbox=”0″ use_imagebrowser_effect=”0″ show_slideshow_link=”0″ slideshow_link_text=”[Mostra slideshow]” order_by=”sortorder” order_direction=”ASC” returns=”included” maximum_entity_count=”500″]L’assaggio dell’uva per carpire le sfumature della trasformazione in vino è stato il gioco più divertente e piacevole della giornata. Insieme a quello di cercare di capire le differenze tra vitigni che alla prima occhiata, per persone poco esperte, non presentano differenze salienti.
Ma credo che ciò che ha dato i maggiori input benefici è stata la consapevolezza di fare parte di un progetto che, noto a tutti, è quello di partecipare, contribuire alla produzione del futuro vino.
L’atmosfera inizialmente eccitante ed emozionante, è man mano diventata piacevole e rilassante. E’ stato difficile staccare i nostri vendemmiatori dai filari, solo il richiamo della cucina è riuscito, a fatica, a farli desistere dall’esperienza, da loro definita, indimenticabile e meravigliosa.
Un’esperienza che ha aperto nuovi orizzonti, nuove visuali sul vino e sul suo mondo. Ha fatto condividere la realtà della produzione stimolando maggiore consapevolezza e emozionalità. Il degustare un bicchiere di vino, non sarà più lo stesso ma sarà arricchito della loro fatica.
Il mondo del vino spesso, preso dai suoi numerosi problemi, non riesce a elaborare situazioni fuori dagli schemi ripetitivi e annoianti delle solite logiche comunicative, forse non è ancora molto chiaro che è necessario, oltre alla gola, arrivare al cuore del consumatore.
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