15 maggio 2019, diciottesima giornata Alcohol Prevention Day
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15 maggio 2019, diciottesima giornata Alcohol Prevention Day
Il 15 maggio 2019, si è svolto, come di consueto, l’Alcohol Prevention Day, il principale appuntamento nazionale di richiamo sui consumi ed abusi di alcol in Italia a cura dell’ISS (ONA) con il rilascio dei dati ISTAT relativi all’anno 2017. (https://www.epicentro.iss.it/alcol/apd-19)
Questo appuntamento nasce per sensibilizzare e fornire dati aggiornati sul consumo di alcol nel mondo, e in modo specifico in Europa.
Tutto ciò scaturisce da alcuni dati allarmanti riguardanti le conseguenze dell’abuso del consumo di bevande alcoliche. In Europa l’alcol è il terzo fattore di rischio di malattia e morte prematura, dopo il fumo e l’ipertensione arteriosa.
Il consumo di alcol è associato a numerose malattie croniche quali le malattie cardiovascolari, le malattie del fegato e i tumori.
Inoltre si registrano importanti danni acuti causati da avvelenamento da alcol, da incidenti stradali e da un aumentato rischio di varie malattie infettive (sono oltre 200 le patologie). Sono situazioni che provocano ogni anno numerosi morti e feriti.
L’alcol è infine uno dei principali fattori di rischio per gli infortuni sul lavoro, contribuisce alla criminalità, alle infrazioni stradali e alla violenza domestica con maltrattamenti familiari verso il partner e verso i minori. Tutto ciò comporta elevati costi sociali per i sistemi sanitari, di giustizia penale e perdita di produttività.
Nel 2012 si stima che nel mondo sono attribuibili al consumo di alcol circa 3,3 milioni di morti.
Il 5,9% di tutti i decessi a livello globale con delle differenze significative di sesso (M=7,6%; F=4,0%), sono attribuibili al consumo di alcol.
139 milioni di anni di vita persi a causa di malattia, disabilità o morte prematura (Disability-Adjusted Life Year, DALY), equivalenti al 5,1% del carico globale di malattie e lesioni.
Il 74% degli europei di età ≥15 anni beve alcolici, il 15% di essi (58 milioni di persone) sono consumatori a rischio e 23 milioni sono i cittadini europei alcoldipendenti (M=5%, F=1%).
L’alcol ha un impatto che la WHO (World Health Organization) ha già stimato negli anni passati per l’Italia come non inferiore ai 25 miliardi di euro l’anno.
Una sottostima che si riferisce solo ai costi tangibili che, anche non attualizzata in funzione degli incrementi registrati per i principali indicatori di rischio alcol-correlati, identificherebbe comunque una diseconomia che paga la società.
Per affrontare queste problematiche l’Ufficio Regionale Europeo della WHO ha stilato il Piano di Azione Europeo per ridurre il consumo dannoso di alcol 2012-2020 (EAAP), https://www.epicentro.iss.it/alcol/PianoAzione2012-2020 piano che è stato approvato da 53 Stati Membri della Regione Europea nel settembre 2011. L’EAAP è perfettamente allineato con la Strategia Globale della WHO e contiene una serie di politiche mirate a limitare la fornitura di alcol e a ridurre la domanda. Queste includono le restrizioni sulla pubblicità, la tassazione, l’età minima per l’acquisto, gli interventi brevi nell’assistenza primaria e sui luoghi di lavoro. Tutti gli interventi previsti dalla Strategia Globale della WHO sono stati raggruppati in 10 aree di azione di politiche per ciascuna delle quali sono indicati gli interventi da attuare.
Gli interventi messa a punto nei vari stati hanno dato esito positivo, soprattutto in Italia dove possiamo constatare che il consumo pro capite in litri di alcol puro (APC) ha subito una diminuzione maggiore rispetto a quella registrata a livello medio.
In particolare si rileva che il dato italiano che fino alla metà degli anni ottanta era superiore a quello europeo, è andato successivamente diminuendo fino ad essere ampiamente sotto la media europea.
La tipologia di bevanda che nel corso degli anni ha perso consumo è stata il vino che è passato da 13,5 litri di alcol nel 1980 a 4,6 nel 2016, mentre è aumentata la quantitàdi alcol consumato bevendo birra (da 1,07 a 1,8 rispettivamente). L’alcol consumato bevendo liquori e altri alcolici ha subito invece delle oscillazioni nel corso del periodo osservato .
Anche il numero dei bevitori è diminuito negli ultimi dieci anni. Questo dato lo ricaviamo dall’aumento delle persone astemie che è stato abbastanza costante in questo periodo, tranne che in questi ultimi due anni che è rimasto pressoché invariato.
Possiamo verificare, anche dalle vendite, che l’andamento del consumo degli alcolici, vuoi per stile di vita, vuoi per l’efficace campagna d’informazione e punitiva in questi ultimi anni sia significativamente diminuito. In questo ultimo periodo abbiamo registrato un cambio di tendenza. La continua e costante diminuzione dei consumi di alcolici ha cambiato tendenza e si nota una leggera ripresa.
Ma come è cambiato il mondo dei consumi delle bevande alcoliche in Italia?
Ovviamente gli uomini che hanno consumato almeno una bevanda alcolica maggiori di 11 anni sono la prevalenza (78,1%) rispetto alle donne (53,5%), per un totale di 35 milioni di italiani (64,5%) dati 2017.
L’Organizzazione Mondiale della Salute ha definito i parametri che mettono in evidenza le quantità di alcol giornaliere definite a basso rischio.
Ha ribadito che sotto i diciotto anni qualunque consumo deve essere evitato e sconsigliato sino a completa maturazione del sistema enzimatico e del cervello (tra i 21 e i 25 anni).
Per le donne adulte e gli anziani (ultra 65enni) il consumo giornaliero non deve superare una Unita Alcolica giornaliera. L’UA è pari a un bicchiere di vino da 125 ml di 12°, esattamente 12 gr. di alcol. Per gli uomini adulti è stata definito a basso rischio 2 UA giornaliere.
Anche per i cosiddetti consumatori abituali eccedentari, cioè coloro che superano il “bere a basso rischio” giornalmente, l’andamento rispecchia quello generale, ossia diminuzione significativa in questi ultimi dieci anni, che smette di decrescere nell’ultimo periodo. Le fasce di età tra i 16-17anni e gli over 65 hanno fatto registrare un numero elevato di “comportamenti eccedenti”. Stesso andamento per uomini e donne.
Negli ultimi dieci anni sono aumentati i consumi di alcolici fuori pasto soprattutto tra i giovani, nelle fasce di età tra 18-24 e 25-44, in modo particolare per le donne. Ritroviamo lo stesso andamento per i consumatori che hanno un comportamento “binge drinking”, ovvero un consumo di oltre 6 bicchieri di bevande alcoliche, indipendentemente dal genere, concentrato in un’unica occasione di consumo.
Un capitolo a parte merita il rapporto sul consumo di alcol degli adolescenti.
Consumare alcol e ubriacarsi, insieme ad altri comportamenti rischiosi per la salute, tendono ad emergere in età adolescenziale. L’alcol è considerato una delle sostanze psicoattive più comuni utilizzate dagli adolescenti (14-15) e la maggior parte di loro inizia a consumare alcolici tra 12 e 16 anni, un’età in cui acquisiscono maggiore indipendenza dalla famiglia e trascorrono più tempo fuori casa lontano dal controllo genitoriale.
Nel rapporto è stata analizzata la prevalenza del consumo settimanale di bevande alcoliche tra i giovani che nel 2014 variava in base al Paese di appartenenza e al sesso dei ragazzi. La prevalenza più bassa per le ragazze è stata rilevata nel nord Europa mentre la più alta a Malta, in Ungheria, in Grecia e in Italia; anche per i ragazzi i valori più bassi di consumo settimanale si rilevano in Islanda, Norvegia, Irlanda e Svezia mentre i più elevati si registrano in Croazia, a Malta, in Italia e in Ungheria. In generale, si osserva una maggiore prevalenza di consumo settimanale tra i ragazzi rispetto alle ragazze. Rispetto all’anno 2002 si rileva infine una grande riduzione del consumo settimanale di alcol sia in Italia sia nella maggior parte dei paesi per entrambi i sessi.
L’abuso di bevande alcoliche non è un problema degli ultimi anni, è da sempre che il genere umano convive con il dualismo degli effetti alcolici sul proprio corpo. Fin dagli albori, quando si inizio a coltivare la vite e a ricavare i suoi frutti per farli fermentare e diventare vino, tutti i popoli che hanno avuto a che fare con questa incredibile “bevanda” hanno avuto una posizione sia di condanna che di apprezzamento.
Oggi non è cambiato molto. Chi elogia gli eleganti profumi e il carattere particolare di un vino e chi invece piange, si dispera per le possibili tragedie che può provocare.
Un tema affascinante che ha visto millenni di culture, storie, eventi che hanno affrontato questo difficile tema. Ci troviamo difronte alle stesse contraddizioni dei popoli antichi, nonostante oggi siano cambiate molte cose.
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