2018: sempre più Vinitaly
Sempre più Vinitaly 2018, la 52 manifestazione italiana del vino, ha fatto registrare, sempre più, un incredibile successo. Tutti gli attori di questa kermesse sono estremamente soddisfatti. Un po’ di numeri. 4380 espositori (130 in più rispetto al 2017), dei quali 36 Paesi stranieri presenti nell’International WineHall (aumento del 25%). 128.000 presenze delle quali 48.000 dall’estero, dei quali i buyer accreditati erano 30.200, provenienti da 142 Paesi.
Il Vinitaly 2018 si presenta sempre di più come la maggiore vetrina del vino italiano
e soprattutto l’evento più internazionale, perché a questo proposito, il mondo viti enologico italiano deve ancora fare molto.
Infatti il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani commenta il successo del vino italiano dicendo che cresciamo più nella qualità in vigna e in cantina che nel valore sui mercati.
Continua affermando che : “il nostro export rimane pericolosamente ancorato sui primi tre Paesi di sbocco (Stati Uniti, Germania e Regno Unito) dove si registra un indice di concentrazione delle nostre vendite del 53,4%.” Per questo motivo si dovrà guardare verso i nuovi mercati.
La geografia delle esportazioni dei 2 Paesi leader mette in evidenza come la Francia stia accelerando in Asia. Mercato che rappresenta ormai il 27% delle vendite globali transalpine (2,45 miliardi di euro).
Per l’Italia la stessa area vale il 7% dell’export, vale a dire 419 milioni di euro.
In questo momento la grande forza dell’Italia sono gli “sparkling”, Prosecco su tutti (+13,6%, 1,4 miliardi di euro), vero traino della domanda mondiale anche nel 2017.
Crescono meno i vini fermi imbottigliati (+4,4%, 4,2 miliardi euro).
L’export Italiano, che vale 5,9 miliardi di euro, è il punto di riferimento per il business e la cultura legati al settore enologico.
Ma la positività non si ferma qui. Nel sempre più Vinitaly 2018 a crescere non sono solo le vendite e il numero dei visitatori, ma anche l’offerta.
In particolare quella “green” con le aree dei “Triple A” di ViVIT (Vigne Vignaioli Terroir). La sezione di VinitalyBio e lo spazio Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti).
[ngg_images source=”galleries” container_ids=”51″ display_type=”photocrati-nextgen_basic_thumbnails” override_thumbnail_settings=”0″ thumbnail_width=”240″ thumbnail_height=”160″ thumbnail_crop=”0″ images_per_page=”20″ number_of_columns=”3″ ajax_pagination=”0″ show_all_in_lightbox=”0″ use_imagebrowser_effect=”0″ show_slideshow_link=”1″ slideshow_link_text=”[Mostra slideshow]” template=”default” order_by=”sortorder” order_direction=”ASC” returns=”included” maximum_entity_count=”500″]
Ma Vinitaly non vuol dire solo vino. A fianco dei numerosi produttori italiani sono stati chiamati tantissimi chef per omaggiare le loro meravigliose creazioni culinarie
Nel Ristorante d’Autore allestito al primo piano del Palaexpo si sono avvicendati ai fornelli Enrico Bartolin, Marco Volpin, Daniel Canzian, Nicola Locatelli nelle cene su invito negli eventi collaterali alla Fiera.
A cucinare, però, non si sono cimentati solo gli chef. Nel mercoledì veronese è andato in scena una storica sfida tra due rappresentanti del successo dell’export vitivinicolo italiano: la direttrice del Consorzio Vini Valpolicella Olga Bussinello e il direttore del Consorzio del Prosecco Doc Luca Giavi. Una sfida a colpi di bicchiere: quello all’Amarone, contro quello al Prosecco.
Chi ha vinto? Il vino e il cibo italiano.
Un ultima annotazione, appena entrati al Vinitaly 2018 ci troviamo difronte, con un minuscolo stand, una componente estranea alla produzione di vino, ma molto importante per il mondo del vino: La Polizia con l’alcol test.
Un vero successo, finalmente un momento di crescita e di conoscenza, non solo punitivo, dove tutti i presenti hanno potuto fare un’amichevole conoscenza con il tanto temuto alcoltest. Anche il presidente della regione Veneto ha superato brillante l’ardua prova a significare che ormai il vino è piacere e cultura.
0 commenti