Indimenticabile degustazione!
Ciò che si temeva è avvenuto… martedì 26 giugno un nugolo di partecipanti armati dal desiderio di conoscere come lo Champagne trascorre il suo tempo si è trovata in quel di Capriolo in mezzo alla sempre affascinante Franciacorta.
Il programma è stato rispettato nonostante qualche defezione al novantesimo, pronti si inizia.
La serata debutta con l’introduzione al mondo delle bollicine,
da me esposta, nella quale si evidenzia come nella storia del vino, fin dal I secolo a.C. vi sia una buona presenza dei vini, possiamo chiamarli con gas. Si continua fino alla nascita dello Champagne, avvenuta per opera degli Inglesi, e con alcune curiosità e cifre riguardanti questa zona di produzione. Per vendemmiare nel 2010 in Champagne sono stati utilizzate 114.000 persone per un costo di 91 milioni di euro.
Un piccolo accenno su come degustare le bollicine, evitando l’inutile e paradossale perlage e il triste mercanteggiare sulle varie grossezze di bolle.
Si serve il primo Champagne Boulard Bauquaire Brut Gran Reserve sans année, (http://www.champagne-boulard-bauquaire.fr/it/benvenuto/) con la formazione classica 33-33-34, chardonnay, pinot nero e pinot meunier, un prodotto che esprime con talentuosa grazia le tipiche caratteristiche della zona dove si produce, nel Comune di Cormicy uno dei più a nord della Champagne.
Leggermente fruttato, con note di pane, miele, ed erbacee in equilibrio con acidità e struttura. Alcuni dei presenti hanno sottolineato l’equilibrio delle bolle e la facilità di beva, il che lo rende un prodotto di infinita piacevolezza.
Secondo Champagne Aspasie Brut 2000, anche qui la stessa formazione 33-33-34, siamo più a sud presso la Valle della Marna. Dattero, nocciola, pompelmo e vaniglia, sono le note che escono dal bicchiere. L’armonia al palato ci esalta, ma è di poca durata. Gli animi si cominciano a scaldare e la discussione su questo vino è ricca di osservazioni interessanti e un po’ contrastanti.
Procediamo con un altro Champagne di una maison veramente unica e particolare: Guy Michel.
Per monsiuer Guy (http://champagnevisit.be/producenten_michelEN.php) lo champagne per essere buono deve avere almeno dieci anni. Nei suoi millesimati, spesso e volentieri, oltre che cambiare etichetta ogni anno cambia i vitigni e anche le quantità presenti. 1982 grande annata, appare veramente superbo. Noce, miele, spezie, tabacco e funghi sono le sensazione aromatiche che emergono. Al palato la buona struttura, sorretta dall’acidità e da una bolla educata e pertinente, fornisce finezza al prodotto. Tra i partecipanti alligna una certa soddisfazione, quasi compiacimento di essere presenti e avere la possibilità di cogliere queste emozioni e condividerle. Da soli non sarebbe stata la stessa emozione.
[ngg_images source=”galleries” container_ids=”32″ exclusions=”331″ display_type=”photocrati-nextgen_basic_thumbnails” override_thumbnail_settings=”1″ thumbnail_width=”240″ thumbnail_height=”160″ thumbnail_crop=”1″ images_per_page=”20″ number_of_columns=”3″ ajax_pagination=”0″ show_all_in_lightbox=”0″ use_imagebrowser_effect=”0″ show_slideshow_link=”0″ slideshow_link_text=”[Mostra slideshow]” order_by=”sortorder” order_direction=”ASC” returns=”included” maximum_entity_count=”500″]
Degustazione ultimo Champagne Roederer Brut Cristal 1978,
il più atteso, l’uva è stata raccolta 34 anni fa, e probabilmente è stato degorgiato circa nel 1985/86.(http://www.louis-roederer.com/it/wine/cristal)
Il colore è cambiato da quello che siamo abituati a vedere nelle enoteche dell’ultima annata in commercio di Cristal. E’ più scuro, un cuoio chiaro. L’emozione serpeggia trai presenti e la curiosità di poter assaggiare una bottiglia così mitica e particolare è tanta.
Il naso è ricco di sfumature, nocciola, funghi, vaniglia, liquirizia, tostato, tabacco, cuoio un susseguirsi di espressioni aromatiche ricche e variegate che si rincorrono con il passare del tempo. Ma la spasmodica attesa ha il suo perché nel momento che varca la soglia della bocca. La bollicina è debole, sembra un vino, non si può dire frizzante, perché in questi prodotti la bolla diventa un tutt’uno con il liquido in una “fusione accordata” più vicina agli dei che agli uomini.
Si, un vino degli dei: concentrato, lungo, avvolgente, armonioso, insomma non sembra opera umana.
Tripudio! Le facce sbigottite dei presenti erano dei visibili commenti. Il momento è stato particolarmente emozionante perché ognuno ha capito che aveva di fronte qualcosa di grande e unico.
Mi hanno segnalato che nel manifesto della presentazione della serata avevo scritto 45 anni di Champagne.
Forse avendo assaggiato un po’ troppo le mie conoscenze di matematica erano “saltate”. Invece udite, udite. Quando sembrava fosse tutto finito è uscita dal frigor un magnum di Perrier Jouet Brut Belle Epoque 1966. (https://www.perrier-jouet.com/it-it/)
Sbigottimento. All’apertura c’è stato un allungo di bicchieri incredibile, la voglia di capire dove si poteva arrivare era tanta. Peccato che questo grande Champagne venisse dopo il “Magico Cristal 1978”, non è stato apprezzato nel giusto modo.
La nostra degustazione alla fine è stata accompagnata da una pasta fredda preparata dal sottoscritto. Dai pregiati formaggi di Silvia e Fabio, che ogni mattina si alzano a mungere le vacche. Per finire da un gustoso e particolare strudel preparato da Emanuela. Fuori dalla degustazione sono circolate altre bottiglie di spumante italiano, bottiglie datate di alcune miei lavori passati.
L’allegra e soddisfatta compagnia ha lasciato il campo a ora tarda. Felice di aver vissuto un’esperienza che senza dubbio ha lasciato il segno ha fatto vivere un percorso nel passato e nella qualità davvero insolito e unico.
0 commenti