Con la pizza: Birra o Champagne?
Approfitto di un recente articolo apparso sul New York Times a firma Eric Asimov, penna prestigiosa del quotidiano statunitense, autore di diverse guide enogastronomiche, per dire la mia su questo interessante quesito.
Nell’articolo di Azimov si mette in evidenza che in Italia si mangia la pizza e la si accompagna, soprattutto, con birra e coca cola, mentre negli Stati Uniti si usa gustare la pizza anche con il vino, quasi sempre rosso. Azimov non tollera alcune abbinamenti precostituiti enunciati dai soliti esperti che prendono in considerazione la tipologia degli ingredienti utilizzati, (funghi=pinot nero, peperoni=primitivo, ecc.) gli sembrano veramente eccessivi. Mentre, secondo lui, vi sono dei vini italiani bianchi (Falanghina, Fiano) che possono sposarsi bene con la pizza, perchè hanno una buona acidità. Dal suo articolo trapela che il fattore acidità è una delle caratteristiche importanti per apprezzare una buona pizza tant’è che uno dei suoi prossimi pasti sarà a base di pizza e Vouvray. Ma intanto consiglia di provare una pizza margherita con un Billecart Salmon rosè o meglio ancora un Bollinger Special cuveè. Inoltre assicura che l’abbinamento tra Champagne e pizza funziona solo se gli ingredienti utilizzati sono di prima qualità, non industriali.
Come dice Charles Scicolone, prestigioso e esperto consulente di grandi ristoranti americani, definito “The Obi-WanKenobi of the Italian Wine World”, “….la gente sottovaluta la pizza perché vi sono molte pizze terribili….” aggiunge “ …..se trovi una buona pizza perché non accompagnarla con il migliore vino ..”.
Come dargli torto. L’articolo prosegue dicendo che l’idea di abbinare lo Champagne è nata dall’usanza di consumare la pizza in Italia bevendo qualsiasi bevanda abbia le bollicine.Incuriosito da questo articolo e da quest’ultima affermazione ho fatto una piccola indagine per conoscere il consumo di pizza in Italia con bollicine, che non fossero birra e coca-cola.
Nel frattempo emerge un dato importante, nonostante la crisi gli italiani non “rinunciano” (mangiare si deve) al pranzo al ristorante durante le giornate lavorative: ogni giorno sono circa 12 milioni gli italiani che pranzano fuori casa, e ogni anno si consumano più di 1,8 miliardi di pranzi, con una spesa di circa 12,5 miliardi di euro. Vengono consumati prevalentemente in trattorie o ristoranti (28%), un po’ meno negli snack bar (22%) e nelle pizzerie a taglio o nelle tavole calde (18%). La spesa media a pasto è di 7 euro a testa, e tra i prodotti scelti spicca, al primo posto, nel 26% dei casi, un panino, seguono la pizza (23%), un primo (15%) o un’insalata (13%).
Tra le bevande che accompagnano i cibi al primo posto risultano l’acqua minerale (46%) e le bevande analcoliche, mentre sono marginali i consumi di vino e birra. Quest’ultima, invece, viene molto apprezzata in altre occasioni, e risulta essere la bevanda alcolica preferita dagli italiani maggiorenni fino ai 44 anni.
Il consumo di birra in Italia rimane comunque moderato e prevalentemente circoscritto ai pasti. Nei fine settimana, tra ristoranti e pizzerie, è la bevanda scelta dal 42,6% degli avventori, contro il 41,9% di chi preferisce il vino. Che nei giorni feriali si riprende però la rivincita, con il 21,8% contro il 19,6%.
La mia ricerca sull’abbinamento della pizza con altre bollicine che non siano birra e coca cola è stata davvero deludente. Il matrimonio con la pizza è molto presente all’estero (soprattutto Prosecco), Inghilterra, Olanda, Cile, Stati Uniti ecc., in Italia esistono poche e isolate iniziative.
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Se invece passiamo allo Champagne le iniziative si infittiscono. Nel 2010 gli Champagne di Bertrand de Bessac fanno visita alla PizzeriaMetrò in località Spagnago a Cornedo Vicentino, recenti e stimolanti le iniziative con diversi produttori di Champagne alla pizzeria Donna Regina di Napoli e alla Pizzeria Gatta Mangiona di Roma. Altra simpatica e recente iniziativa alla Locanda Vigna Ilaria di Lucca, ripristinato il forno a legna e la nuova attività pizzaiola, propone serate “Pizza e Champagne” dove si sfornano diversi tipi di pizze abbinati ad un calice di champagne, inoltre per coloro che aderiscono a questo menu, viene offerto, con sconti dal 20 al 40%, un calice di tutti gli spumanti e champagne in carta.
Cresce sempre di più la voglia di “bollicine” anche a pasto, la pizza è considerato in tutto il mondo un piatto allo stessa stregua di un primo o di un secondo, forse solo in Italia abbiamo una considerazione diversa. Ancora una volta i Francesi, attenti alle esigenze e alle mode del mercato, si scrollano di dosso il loro “Francesismo” e fanno propri il pensiero e le esigenze dei numerosi mercati dove esportano. Senza tanti campanilismi e provincialismi, ai quali noi italiani siamo spesso abituati, elaborano nuove soluzione positive per la loro economia. Numerose aziende di Champagne, in diversi paesi del mondo, promuovono questo felice abbinamento.
Mi chiedo quale occasione migliore di proporre bollicine italiane all’estero all’insegna di questo prezioso sposalizio ”made in Italy”.
Ma non solo all’estero, Il consumo di pizza nel nostro paese, secondo dati forniti dalla Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), attualmente si attesta sui 56 milioni a settimana, ovvero quasi 3 miliardi di pizze consumate in un anno. In un mercato così imponente credo ci sia spazio per coloro che producono vini spumanti o frizzanti. Attenzione il binomio pizza e bollicine (vino spumante) è un matrimonio ben riuscito, c’è molta scelta, permette ad ogni consumatore di personalizzare il proprio pasto. So, essendo un frequentatore di pizzerie, e avendo avuto un’esperienza molti anni fa, che è difficile sradicare i luoghi comuni ma oggi abbiamo consumatori sempre più disponibili a cambiare e a accettare nuove proposte.
Un tempo nei ristoranti il cameriere chiedeva come prima cosa “… bianco o rosso…” oggi non è più così, scommettiamo che nei prossimi anni le pizzerie avranno una proposta di vini e di birre (e anche di pizza) più selezionata?
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